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Msg: 6 del 29/10/2012 16:30
38 di 39
avevo 12 anni, contrariamente al solito ero in tribuna, con mio padre e mio cugino,
anche loro ci hanno lasciati troppo presto, mi ricordo che tornando a casa col pulmann
già c'erano delle voci in giro, poi mi ricordo a casa, Paolo Valenti, in tv, davanti a me the
e biscotti, la notizia, la terribile notizia, per anni ho associato il sapore del thè con il
ricordo di Renato, poi le lacrime di bambino, di uno che inizia a capire il lato brutto della
vita, e poi le discussioni con mia mamma che non mi ha mandato al funerale perchè
ripioveva,quanto pioveva...questo mi ricordo e me lo ricorderò per sempre...
anche loro ci hanno lasciati troppo presto, mi ricordo che tornando a casa col pulmann
già c'erano delle voci in giro, poi mi ricordo a casa, Paolo Valenti, in tv, davanti a me the
e biscotti, la notizia, la terribile notizia, per anni ho associato il sapore del thè con il
ricordo di Renato, poi le lacrime di bambino, di uno che inizia a capire il lato brutto della
vita, e poi le discussioni con mia mamma che non mi ha mandato al funerale perchè
ripioveva,quanto pioveva...questo mi ricordo e me lo ricorderò per sempre...
Msg: 5 del 29/10/2012 11:05
15 di 33
Avevo solo 6 anni, e qualche volta avevo calcato i gradoni del Santa Giuliana e del
Comunale di Pian di Massiano. Mio padre, qualche volta mi portava allo stadio, ma quella
domenica no, c'era troppa folla e per di più pioveva a dirotto. Erano le sei del
pomeriggio, papà tornò con lo sguardo cupo e triste e disse a mia madre con un fil di
voce rotta dall'emozione "E' morto Curi, aveva solo 24 anni..." e tutto divenne molto,
molto pesante. Qualche minuto dopo, Paolo Valenti diede ufficialmente l'incredibile notizia
a "90° Minuto" e tutta l'Italia seppe della tragedia. Il mondo tutto piangeva all'obitorio del
policlinico di Monteluce. Crescendo, avrei approfondito meglio la conoscenza di quel
piccolo grande uomo, ma il seme di qualcosa di grande ed incancellabile stava già
germogliando in me. Come immagine, non posso dimenticare mai, quella dei funerali sotto
la Curva Nord battuta dalla pioggia, e la signora Clelia con il fazzoletto in testa e l'ombrello
aperto. Qualche giorno fa, mio figlio di 8 anni, che viene di solito allo stadio con me, mi
ha domandato chi fosse questo Renato Curi. Senza troppo dilungarmi in discorsi inutili, gli
ho fatto vedere quello che c'è su YouTube, poi, gli ho raccontato di quella sua frase che
forse è rimasta più celebre di tutte le altre. In un intervista in un programma sportivo in
onda su una rete locale, gli venne chiesto come potesse essere così bravo da poter fare
arrivare il pallone dai calci d'angolo, sempre sulla testa di Vannini. Lui rispose molto
semplicemente: "Beh, basta fare il cross un pò più in alto degli altri..." Credo che in questa
frase ci fosse tutta la grandezza e la semplicità di un grande eroe chiamato Renato Curi.
Comunale di Pian di Massiano. Mio padre, qualche volta mi portava allo stadio, ma quella
domenica no, c'era troppa folla e per di più pioveva a dirotto. Erano le sei del
pomeriggio, papà tornò con lo sguardo cupo e triste e disse a mia madre con un fil di
voce rotta dall'emozione "E' morto Curi, aveva solo 24 anni..." e tutto divenne molto,
molto pesante. Qualche minuto dopo, Paolo Valenti diede ufficialmente l'incredibile notizia
a "90° Minuto" e tutta l'Italia seppe della tragedia. Il mondo tutto piangeva all'obitorio del
policlinico di Monteluce. Crescendo, avrei approfondito meglio la conoscenza di quel
piccolo grande uomo, ma il seme di qualcosa di grande ed incancellabile stava già
germogliando in me. Come immagine, non posso dimenticare mai, quella dei funerali sotto
la Curva Nord battuta dalla pioggia, e la signora Clelia con il fazzoletto in testa e l'ombrello
aperto. Qualche giorno fa, mio figlio di 8 anni, che viene di solito allo stadio con me, mi
ha domandato chi fosse questo Renato Curi. Senza troppo dilungarmi in discorsi inutili, gli
ho fatto vedere quello che c'è su YouTube, poi, gli ho raccontato di quella sua frase che
forse è rimasta più celebre di tutte le altre. In un intervista in un programma sportivo in
onda su una rete locale, gli venne chiesto come potesse essere così bravo da poter fare
arrivare il pallone dai calci d'angolo, sempre sulla testa di Vannini. Lui rispose molto
semplicemente: "Beh, basta fare il cross un pò più in alto degli altri..." Credo che in questa
frase ci fosse tutta la grandezza e la semplicità di un grande eroe chiamato Renato Curi.
Msg: 4 del 28/10/2012 19:07
92 di 127
Per chi c' era al triste evento del 30 ottobre 1977......raccontate per chi non c'era come me
Msg: 3 del 16/09/2012 08:15
2 di 10
Erano anni in cui i calciatori, nonostante giocassero in serie A, si comportavano da persone
semplici; di fronte a casa mia viveva Franco Vannini (non un giocatore qualsiasi) e qualche volta,
quando il Perugia giocava in casa, mi chiedeva se volevo andare allo stadio con lui in macchina; in
quegli anni le partite le vivevo in campo più che sugli spalti dato che facevo il raccattapalle
(sempre dietro la curva nord).
Anche quel maledetto giorno ero in campo, ricordo che ad un certo punto la pioggia battente e la
grandine venivano così forte che mi sono nascosto sdraiato sotto i cartelloni pubblicitari anche se
non resistevo al desiderio di sbirciare per vedere che cosa stesse succedendo in campo.
Ad un certo punto la partita si è interrotta, qualcuno con questo campo si sar fatto male, ho pensato.
Dopo un po' è passato correndo Mario Scarpa (un giocatore che ha dato tanto al Grifo), è ancora
davanti ai miei occhi, aveva le mani nei capelli e gridava "mio Dio è morto".
Avevo 13 anni, i calciatori per me erano degli atlenti invincibili ed immortali, non capivo cosa
stesse accadendo, perchè Scarpa dicesse quelle parole.
LODE A TE RENATO CURI
Zico
semplici; di fronte a casa mia viveva Franco Vannini (non un giocatore qualsiasi) e qualche volta,
quando il Perugia giocava in casa, mi chiedeva se volevo andare allo stadio con lui in macchina; in
quegli anni le partite le vivevo in campo più che sugli spalti dato che facevo il raccattapalle
(sempre dietro la curva nord).
Anche quel maledetto giorno ero in campo, ricordo che ad un certo punto la pioggia battente e la
grandine venivano così forte che mi sono nascosto sdraiato sotto i cartelloni pubblicitari anche se
non resistevo al desiderio di sbirciare per vedere che cosa stesse succedendo in campo.
Ad un certo punto la partita si è interrotta, qualcuno con questo campo si sar fatto male, ho pensato.
Dopo un po' è passato correndo Mario Scarpa (un giocatore che ha dato tanto al Grifo), è ancora
davanti ai miei occhi, aveva le mani nei capelli e gridava "mio Dio è morto".
Avevo 13 anni, i calciatori per me erano degli atlenti invincibili ed immortali, non capivo cosa
stesse accadendo, perchè Scarpa dicesse quelle parole.
LODE A TE RENATO CURI
Zico
Msg: 2 del 30/10/2011 13:06
1 di 1
Avevo 5 anni nel 1977 e quel 30 ottobre non ero allo stadio cumale, così si chiamava
quello che poi sarebbe diventato il nostro stadio Curi. Avrei cominciato la mia "carriera"
da curvaiolo e l'anno successivo, quello dell'imbattibilità. Quel giorno, però, c'era mio
padre e proprio ieri, parlando di quel maledetto giorno (come un po capita tutti gli anni),
mi diceva che ha ancora ben scolpita l'immagine di Renato disteso su quella barella e
portato via velocemente sotto una pioggia battente. Pochi, credo, che dagli spalti
capirono la gravità della situazione, in molti c'era solo il grande rammarico di perdere una
pedina fondamentale nello scacchiere biancorosso. Renato faceva sempre più la
differenza nel Perugia di Ilario Castagner e di lui si parlava, sempre più intensamente, di
una sua prossima e imminente convocazione nella nazionale di Bearzot. Mio padre, quel
giorno, tornò a casa e mi portò ai "baracconi" e li sapemmo la terribile notizia che si
diffuse velocemente..probabilmente è solo la suggestione di un bambino di 5 anni, ma io
ricordo un gran silenzio che attraversò il chiasso e i rumori del Luna Park e lo
sbigottimento e la tristezza espresso nel volto di mio padre e di tutti coloro che
incontravamo. Questo perchè Renato, era si un giocatore del Grifo, ma era soprattutto
un ragazzo amato per la sua umiltà e la sua timidezza. Un ragazzo semplice, dallo sguardo
buono, coraggioso...quel coraggio, forse, che quel giorno lo ha tradito. L'ultimo mio
ricordo è quando mio padre volle rendergli omaggio, come fecero moltissimi perugini
(non solo tifosi, a dimostrazione della caratura dell'uomo). Mi portò con lui, anche se poi
non mi fece entrare, e anche in quel caso ricordo il silenzio, le voci sommesse, il
rispetto...lo stesso che tutti noi, quelli che all'epoca c'erano e quelli che non erano
nemmeno nati, sentiamo quando gridiamo o semplicemente pensiamo intimamente
dentro di noi: "LODE A TE RENATO CURI....". Oggi, più che mai, chi l'anno scorso ha
acquistato la maglia numero 8, grazie alla bella iniziativa del Presidente Damaschi, la
indossi con la consapevolezza di ciò che rappresenta. In quella maglia non solo c'è la vita
di un uomo speciale, ma la storia dei nostri colori...e per chi è tifoso perugino è la nostra
seconda pelle.
quello che poi sarebbe diventato il nostro stadio Curi. Avrei cominciato la mia "carriera"
da curvaiolo e l'anno successivo, quello dell'imbattibilità. Quel giorno, però, c'era mio
padre e proprio ieri, parlando di quel maledetto giorno (come un po capita tutti gli anni),
mi diceva che ha ancora ben scolpita l'immagine di Renato disteso su quella barella e
portato via velocemente sotto una pioggia battente. Pochi, credo, che dagli spalti
capirono la gravità della situazione, in molti c'era solo il grande rammarico di perdere una
pedina fondamentale nello scacchiere biancorosso. Renato faceva sempre più la
differenza nel Perugia di Ilario Castagner e di lui si parlava, sempre più intensamente, di
una sua prossima e imminente convocazione nella nazionale di Bearzot. Mio padre, quel
giorno, tornò a casa e mi portò ai "baracconi" e li sapemmo la terribile notizia che si
diffuse velocemente..probabilmente è solo la suggestione di un bambino di 5 anni, ma io
ricordo un gran silenzio che attraversò il chiasso e i rumori del Luna Park e lo
sbigottimento e la tristezza espresso nel volto di mio padre e di tutti coloro che
incontravamo. Questo perchè Renato, era si un giocatore del Grifo, ma era soprattutto
un ragazzo amato per la sua umiltà e la sua timidezza. Un ragazzo semplice, dallo sguardo
buono, coraggioso...quel coraggio, forse, che quel giorno lo ha tradito. L'ultimo mio
ricordo è quando mio padre volle rendergli omaggio, come fecero moltissimi perugini
(non solo tifosi, a dimostrazione della caratura dell'uomo). Mi portò con lui, anche se poi
non mi fece entrare, e anche in quel caso ricordo il silenzio, le voci sommesse, il
rispetto...lo stesso che tutti noi, quelli che all'epoca c'erano e quelli che non erano
nemmeno nati, sentiamo quando gridiamo o semplicemente pensiamo intimamente
dentro di noi: "LODE A TE RENATO CURI....". Oggi, più che mai, chi l'anno scorso ha
acquistato la maglia numero 8, grazie alla bella iniziativa del Presidente Damaschi, la
indossi con la consapevolezza di ciò che rappresenta. In quella maglia non solo c'è la vita
di un uomo speciale, ma la storia dei nostri colori...e per chi è tifoso perugino è la nostra
seconda pelle.
Msg: 1 del 29/10/2011 18:35
57 di 127
E' una cosa certa che il 30 ottobre 1977 io non sono ancora nato. Ho creato questa
discussione pechè per chi era deve raccontare la tragedia del popolo biancorosso nei
confronti di Curi. Come viene intesa la notizia inizialmente dai perugini e dall' resto dell' italia e
anche dalla tv. Da 2003 a questa parte mi sono basato sempre sui fonti di internet e adesso
tocca a voi di raccontare la situazione reale di quel tempo per chi non era.
onore a RENATO CURI!!!!!!! Per me resta x sempre nel mio cuore più profondo come il Grifo
Curi e Grifo sono i simboli della città interna, anche per chi non piace il calcio perchè Curi è
un grandissimo uomo sia in campo e che fuori. Quindi Curi è una garanzia sui tutti punti di
vista.
FORZA GRIFO E CURI!!!!!
discussione pechè per chi era deve raccontare la tragedia del popolo biancorosso nei
confronti di Curi. Come viene intesa la notizia inizialmente dai perugini e dall' resto dell' italia e
anche dalla tv. Da 2003 a questa parte mi sono basato sempre sui fonti di internet e adesso
tocca a voi di raccontare la situazione reale di quel tempo per chi non era.
onore a RENATO CURI!!!!!!! Per me resta x sempre nel mio cuore più profondo come il Grifo
Curi e Grifo sono i simboli della città interna, anche per chi non piace il calcio perchè Curi è
un grandissimo uomo sia in campo e che fuori. Quindi Curi è una garanzia sui tutti punti di
vista.
FORZA GRIFO E CURI!!!!!
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