Pineto, nota stazione balneare del Medio Adriatico.,così recita Wikipedia. Una beffa che, per definizione, già da inizio campionato, sembrava come preannunciata, come, del resto, lo sono state le altre località marittime con cui il Perugia ha, sinora, dovuto confrontarsi. Rimini, (Porto) Recanati, lasciando da parte Ancona, una squadra che di blasonato ha solo il nome, sulla carta nettamente inferiore.
Avete presente quel sesto senso che porta come a farci prefigurare che qualcosa non andrà per il verso giusto? Non è portare sfiga, è un timore che ci si tiene dentro, sperando che non si materializzi, soprattutto perché dall'altra parte l'avversario è tutto fuorché irresistibile. La partita, fin dalle prime battute, è piuttosto bruttina, é inevitabile, piena di falli, sporca, come viene definita in gergo, si gioca in un impianto tremendamente piccolo, tuttavia rimesso a norma in maniera più che dignitosa ed il Perugia passa in vantaggio alla prima vera occasione. Lo fa in modo cinico con Seghetti, alla sua quarta rete in campionato, che si fa trovare pronto dopo una mezza papera del portiere avversario. Sarà questa l'unica nota positiva di una gara che ha ribadito, ancora una volta, quanto in questo torneo più di calci ed imprecisioni varie, che di calcio, sia fondamentale chiudere i conti anzitempo, cercando di evitare come la peste di mettersi dietro, arretrare il baricentro, smettere di impostare quel poco di gioco che si stava imbastendo, con il rischio di rimanere, appunto, irretiti in una sorta di trama che, statisticamente, porta spesso o a subìre il gol, o, quanto meno, a far saltare coronarie e nervi ai propri tifosi. Era andata bene in casa contro il Gubbio, ma stavolta la buona sorte non si è ripetuta. Raccogliere in fondo al sacco il gol del pareggio ad una manciata di secondi dal termine fa male, ma, soprattutto rabbia e non solo perché i Grifoni hanno, così, perso un'altra incredibile opportunità per rifarsi sotto. Moralmente è un pareggio che ha la stessa valenza di una sconfitta, non solo perché ci si è trovati ad improvvisarsi ignari benefattori di una compagine che ha già rotto le scatole a diverse squadre di grido e di un pubblico locale che ha festeggiato il gol come se dall'altra parte ci fosse stato il Barcellona, quanto perché il Perugia avrebbe, assolutamente, dovuto evitare che il Pineto acquisisse fiducia per giocarsi le ultime chance con una certa determinazione e caparbietà. Quasi avesse intuito che, insisti insisti, il golletto, alla fine, finisce che ci scappi. Convinzioni che sono, invece, mancate ai ragazzi di Baldini, quest'oggi assente a causa della squalifica.
E forse, al di là del l'incapacità, ormai cronica, di mettere al sicuro un risultato, questa squadra sembra difettare un po' di quella mentalità necessaria per pensare in grande. Di quell'approccio che dovrebbe condurre a dominare l'avversario o, quanto meno, a metterlo nelle condizioni di non nuocere. Allora viene da chiedersi se, in questo torneo così livellato, il Perugia abbia davvero le carte in regola per primeggiare; negli incontri contro pari livello, come Lucchese, Spal, Pescara, Torres ed Entella, i Biancorossi, che dovranno ancora vedersela contro Carrarese e Cesena, rispettivamente, il 25 novembre ed il 23 di dicembre al "Curi", hanno, infatti, dato dimostrazione di giocarsela, quanto meno, alla pari. Ma ci sono tutte le altre, contro le quali solo in casa di una Fermana davvero di basso profilo, il Perugia non è andato incontro a particolari patemi d'animo. Questo a testimonianza di una carenza, a questo punto, strutturale, non solo sul piano tecnico (difficoltà di puntare la porta e di arrivare al tiro con una certa efficacia, oltre all'assenza cronica di un attaccante che possa risolvere da solo le partite, specialmente quelle chiuse). ma anche su quello, appunto, psichico.
Basterà il lavoro che lo stesso tecnico Baldini sostiene di dover continuare a fare con una certa costanza? Altro punto... Chi siede in panchina è, ad oggi, realmente all'altezza dei titolari prescelti, fatta eccezione per Lisi, purtroppo, fuori ruolo, per Dell'Orco, che, presto, dovrà ritrovare una consona collocazione nello scacchiere ed, infine, per Ricci, che, al momento, è, nella migliore delle ipotesi, un lontano parente del bel giocatore che era?
Interrogativi, questi, che non potranno che tormentare chi tiene alle sorti dei colori biancorossi, che, stanco di incamerare fregature, rimane, speranzoso, in attesa di tempi che, in ogni caso, non potranno prescindere da ciò che la Società intenderà fare di qui alla fine di gennaio.



Per Perugia2005News Alessio Torzuoli

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