Termina con una rotonda vittoria per tre a zero su un Pontedera già qualificato ai play off il deludente campionato del Perugia. Una vittoria, in realtà, frutto di una gara giocata a ritmi blandi, senza nemmeno un ammonito, quasi al piccolo trotto, tra due squadre in versione rimaneggiata, una con la testa, oramai, sgombra da "pensieri", l'altra più concentrata verso il prossimo impegno di Pesaro. Una sorta di kermesse finale che, in sostanza, non aggiunge nessun nuovo elemento rispetto a quanto già rilevato al termine della gara di Campobasso, se non il rammarico che sarebbe bastato davvero poco per ottenere l'accesso agli spareggi finali. Ed, allora, torna alle orecchie quanto detto dal direttore Mauro Meluso che, con estrema chiarezza, due giorni fa, in riferimento alla prossima stagione, ha parlato di scalata alla serie cadetta in due anni e di anno zero da mettere in atto attraverso un preliminare ed attento processo di valutazione da effettuare insieme al tecnico. Parole a cui hanno fatto eco quelle di Mister Cangelosi, che, nel dopo gara, ha ribadito come nei prossimi giorni, al netto di chi non rimarrà per fine prestito (Di Maggio, Mezzoni, Amoran, Marconi, Plaia, Leo), verrà avviata un'attenta valutazione su chi, in base a requisiti tecnici e caratteriali, fare affidamento per creare un gruppo solido. Ora, considerando che il gruppo di quest'anno abbia annoverato buone individualità, ma che, nell'insieme, non sia riuscito a creare quell'amalgama necessaria per trasformarsi in squadra vera e competitiva, la Società non procederà ad una rivoluzione completa. Smantellare il tutto significherebbe ricominciare da un gradino ancor più basso di quello di partenza di cui ha parlato Meluso sabato mattina.
Il nucleo portante del parco giocatori è, infatti, di proprietà, molti i giovani, anche dalle ottime potenzialità ( i vari Joselito, Giunti, Polizzi, etc ..) accanto ad altri più "anziani" (Angella, Dell'Orco, Lewis, Bartolomei) sui quali la Società è chiamata a prendere delle decisioni anche in relazione all'importanza del loro contratto.
Il Perugia necessita di innesti in ogni reparto e, stando a quando detto da Meluso, ne arriveranno diversi, in particolare occorreranno pedine chiave dotate di quel carisma necessario per prendere in mano la situazione in determinate fasi di un match o della stagione. Uomini spogliatoio, ma anche leader in mezzo al campo che, in sostanza, siano di riferimento per tutti e si facciano carico della squadra come, in fondo, anche per via dei numerosi infortuni, è mai avvenuto nella stagione appena conclusa.
Ci sarà, poi, da risolvere il caso Seghetti, cui è stata fatta una nuova proposta ed a cui il giocatore dovrà, a breve, fornire una risposta definitiva, accanto a quello di Montevago, ieri al tredicesimo sigillo stagionale, sul quale la Sampdoria ha, però, il diritto di recompra. Il potenziale ed i margini di crescita sono enormi in entrambi i casi, il Perugia lo sa e, di fatti, aspetta al varco. È chiaro che la famosa spina dorsale, come diceva il grande Ilario Castagner, non potrà essere sbagliata, ma non si dovrà strafare. Per vincere come ha fatto l'Entella quest'anno, che mancava da diversi anni dalla serie cadetta (come, in fondo, lo stesso Cesena dello scorso campionato), si dovrà azzeccare la giusta ricetta, il tanto decantato mix per cui occorre pianificazione e pazienza. L'ambiente, nonostante che il percorso della nuova Società sia cominciato da appena otto mesi, non ha più voglia di aspettare e un anno come quello appena trascorso, sebbene condizionato da una serie di motivi (avvicendamento societario, tre cambi tecnici, infortuni a go go), non sarà più accettato.
Servirà, in ogni caso, sudare sempre la maglia, senza mai tirare i remi in barca, soprattutto quando il risultato o un determinato obiettivo siano ampiamente alla portata.
In fondo, il succo del messaggio della curva di ieri a fine gara è stato proprio questo.



Per Perugia2005News Alessio Torzuoli

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