Il giorno dopo, a mente fredda, fa ancora più male. Il Perugia esce dal derby di Terni con le ossa ancor più rotte di quanto non dica il punteggio e, quel che è peggio, avendo perso quel poco di credito che, dopo un avvio tra i più disastrosi in assoluto della storia recente, era stato guadagnato nella gara interna contro l'Ascoli. In questo senso, estrapolando parte delle parole pronunciate da Mister Castori in conferenza stampa, è condivisibile il passaggio in cui il tecnico marchigiano afferma che si sia trattato di una gara difficile da commentare. Personalmente aggiungo che non ho trovato nulla o quasi dei buoni propositi della vigilia; si parlava di mettere il cuore al di sopra di ogni tatticismo, di dare quel qualcosa in più rispetto alle altre partite, ma, in realtà, dalla mia postazione ho visto solo una squadra partita con uno schieramento votato, essenzialmente, a non prenderle, pronta a ripartire in contropiede, cercando di mettere in difficoltà un avversario che, in tutta onestà, non è sembrato così insormontabile.
È vero, il match, come sempre accade nel calcio, ma, in particolar modo in partite come questa, in cui entrambe le squadre cercano di non prestare troppo il fianco per non offrire chiari vantaggi all'avversario, è stato deciso da un paio di episodi. Si dirà che la Ternana abbia saputo sfruttare meglio il proprio, mentre il Perugia no, ma questo è un demerito non da poco da parte dei Grifoni. Al di là del fatto che il rigore tirato in maniera goffa da Samuel Di Carmine incarni un po' l'atteggiamento complessivo dimostrato ieri dalla squadra, i Biancorossi continuano a non dare la sensazione di far girare tali episodi a proprio favore. Era già accaduto in casa contro il Bari con Olivieri, sappiamo, poi, come sia andata a finire e si è ripetuto anche ieri. Grave, perché soprattutto in gare bloccate, quando si presenti l'occasione buona, va saputa cogliere, come, poi, ha fatto la Ternana, che, fino ad allora, aveva sì tenuto il pallino in mano, ma non è che avesse creato chissà cosa. Altrettanto grave l'indecisione nel contrastare Partipilo, nella fattispecie, un concorso di colpa tra Luperini e Gori, rimasto incollato alla linea di porta. Ma se, per quanto concerne la prima parte della gara, si aveva la netta sensazione dell'immeritatezza di un risultato, ciò che ha lasciato sconcertati è l'approccio velleitario con cui nel secondo tempo i Biancorossi sono riscesi in campo; tante palle lunghe "a pedalare", un po' alla "viva il parroco", come si suol dire, ma, soprattutto, incapacità di puntare la porta con decisione, nonostante le tre punte che, nel frattempo, Castori aveva messo in campo per cercare il tutto per tutto. Tradotto, nessun reale pericolo per una difesa, come quella della Ternana, che, non è che annoveri grandi firme, a cui è bastato il minimo sindacale per stoppare ogni incerto tentativo da parte del Perugia.
Ripetiamo, un passo indietro notevole rispetto a sabato, in cui erano emersi alcuni segnali confortanti, in primis la capacità da parte della squadra di cominciare a recepire determinati dettami tattici. Ieri, invece, un nuovo inspiegabile regresso nel gioco caro all'allenatore, nei famosi due, tre passaggi con l'auspicio del tiro in porta finale, che, abbiamo definito, di per sé, non male, purché attuato a dovere, ma anche in fase di ripartenza dell'azione avversaria.
Non solo, il Perugia è tornato la squadra confusionaria delle primissime apparizioni, priva di grandi idee, ma anche della necessaria cattiveria agonistica.
Ad oggi, per come si è messa la situazione, sembra non ci siano grossi margini di miglioramento e in questo processo involutivo non può non essere coinvolto anche l'aspetto mentale, fondamentale da acquisire in un torneo tosto ed equilibrato come quello cadetto. Insomma, con una sosta alle porte di due settimane prima della prossima sfida casalinga contro il Pisa, ci sono sufficienti ingredienti per lavorare su un gruppo che, dopo sei giornate, ha già incamerato quattro sconfitte e sembra, di nuovo, lontano un miglio dal verbo castoriano. Ma dall'esame di coscienza collettivo non può, questa volta, sottrarsi nessuno, Società compresa. Occorre sfruttare questo tempo a disposizione per elaborare le giuste valutazioni, dare, cioè, una svolta nella guida tecnica o proseguire nel percorso cominciato perché il Perugia, se non vuole condannarsi ad un campionato di sofferenza, quanto di più deleterio possa esserci per un ambiente già arrabbiato e depresso, non può davvero, a questo punto, permettersi più di sbagliare.


Per Perugia2005News Alessio Torzuoli

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